Visto il proliferare di domande su questo argomento, ho pensato di predisporre una piccola guida per superare al meglio questo terrificante impegno che attende ogni praticante avvocato causandogli eritemi e notti insonni:
il colloquio.
Il colloquio di fine pratica (in alcuni Ordini si tiene in occasione dell'abilitazione, dopo un anno) è una piccola valutazione cui si è sottoposti per capire se si è realmente sostenuta la pratica forense o meno.
Le materie oggetto del colloquio sono:
1) Le Procedure
2) Codice Deontologico e Legge Professionale
3) Diritto Civile
4) Diritto Penale
5) Costituzionale
Si badi bene:
si tratta di un colloquio, e non di un esame, l'atmosfera è molto cordiale, le domande generiche, ed al termine non si è promossi o bocciati. Tutt'al più si può assistere a qualche collega cui venga detto "che è poco preparato, e di studiare un po' che altrimenti l'esame di Stato diviene insormontabile, ed anche a prescindere la stessa attività professionale ne risente...".
Insomma: quel che si rischia è al più una gran brutta figura (a maggior ragione perché avviene davanti al Consiglio dell'Ordine e ai tuoi colleghi), il che per alcuni (tra cui il sottoscritto) sembra già solo per questo un più che ottimo motivo per riprendere in mano i libri e rispolverare quei concetti che qualche volta si sono un po' troppo arruginiti.
Fatta questa premessa, veniamo al nocciolo, ossia alle
domande.