Nessuno fa niente perché mancano gli incentivi a fare qualcosa. Le organizzazioni complesse, come l'università, non si governano con la buona volontà ma con una serie di regole che determinano incentivi per gli agenti dell'organizzazione a comportarsi in un certo modo, per raggiungere certi risultati, che sono tanto più facilmente
raggiungibili quanto maggiore è l'adesione degli agenti agli obiettivi ed ai valori dell'organizzazione stessa.
Nel caso del dipartimento la sua organizzazione fornisce gli incentivi che sono stati già ampiamente descritti e quindi il comportamento di professori e studenti è perfettamente logico e razionale; in fondo se vedete la cosa dal punto di vista dell'università il dipartimento funziona benissimo ed è un
fiore all'occhiello con i suo tanti iscritti che contribuiscono a far rimanere alla Fed II lo status di grande università, con tutto quello che comporta in termini di finanziamenti, che invece sta perdendo a livello didattico e non mi riferisco solo a giurisprudenza.
Negli ultimi 5 anni l'università di Napoli ha avuto un declassamento pauroso perché molti dei migliori ricercatori sono scappati via azzerando la capacità di ricerca dell'università.
Servirebbe un intervento esterno ma Dio salvi l'italia da una nuova riforma dell'università fatta da questa classe politica di analfabeti, le precedenti hanno tutte fallito nel tentativo di dare un'organizzazione più efficiente ammesso che si fossero poste l'obiettivo.
Il presidente del consiglio ha pienamente ragione quando dice che ci sono atenei di seria A e altri di serie B e che non si può portare 90 università ad eccellere.
Però come al solito fatta un'analisi giusta non sa trarne le conseguenze che dal mio punto di vista dovrebbero essere le seguenti: 2 atenei statali per regione, 3 per quelle più popolose, più una paio di specificità, fanno circa 40/45 università che dovrebbero restare statali e riorganizzate per renderle altamente competitive.
Il resto andrebbe o affidata ai privati - magari le fondazioni bancarie avrebbero qualcosa da fare piuttosto che giocare a risiko- o se non possibile chiuse perché come disse Barack Obama nel suo primo discorso sull'istruzione: "le cattive scuole vanno chiuse perché distruggono il futuro della nostra nazione".
Naturalmente è giusto per dire, niente cambierà perché la mancanza di incentivi riguarda il sistema di istruzione nel suo complesso che in Italia è progettato più per quelli che devo lavorarci che per gli utenti(parola che farebbe indignare l'Udu) che devono fruirne.
[Modificato da trixam 19/02/2015 19:04]